Chi non ricorda con nostalgia le filastrocche imparate da bambini? Quelle melodie semplici e orecchiabili che ci hanno accompagnato nella scoperta del mondo. Tra queste, le filastrocche per ricordare i giorni dei mesi occupano un posto speciale. Sono un vero e proprio tesoro di tradizione orale, tramandato di generazione in generazione, che continua ad affascinare grandi e piccini. Ma qual è il segreto di queste filastrocche? Come riescono a resistere al passare del tempo e a conservare intatto il loro fascino?
La risposta sta nella loro semplicità e nella loro musicalità. Le filastrocche dei mesi utilizzano un linguaggio immediato, fatto di rime e ritmi che catturano l'attenzione dei bambini e li aiutano a memorizzare informazioni importanti come il numero di giorni di ogni mese. Ma non è solo questione di apprendimento. Queste filastrocche racchiudono anche un valore culturale profondo, legato al ciclo delle stagioni, alle festività e alle tradizioni popolari.
Pensiamo ad esempio alla famosa filastrocca "Trenta giorni ha novembre...". In pochi versi, questa filastrocca riesce a sintetizzare un'informazione pratica, il numero di giorni di ogni mese, con un linguaggio giocoso e facilmente memorizzabile. Ma oltre a questo, la filastrocca ci rimanda a un'epoca in cui il ritmo della vita era scandito dalla natura e dalle sue stagioni. Un'epoca in cui le conoscenze venivano trasmesse oralmente, di padre in figlio, attraverso canti, filastrocche e racconti.
Imparare e recitare le filastrocche dei mesi significa quindi entrare in contatto con questo patrimonio di cultura popolare, mantenere viva la memoria del passato e tramandarla alle nuove generazioni. Ma c'è di più. Queste filastrocche, con la loro semplicità e immediatezza, offrono anche spunti di riflessione interessanti sulla nostra percezione del tempo e del suo scorrere.
Infatti, i mesi non sono solo unità di misura del tempo, ma rappresentano anche momenti significativi della nostra vita, scanditi da eventi, ricorrenze e cambiamenti. Le filastrocche dei mesi, con le loro immagini evocative e i loro ritmi cadenzati, ci aiutano a prendere coscienza di questo scorrere del tempo, a celebrarne la ciclicità e a cogliere la bellezza di ogni singola fase.
Ad esempio, la filastrocca "Gennaio, febbraietto corto e maledetto..." con la sua ironia popolare, ci ricorda che anche i mesi più freddi e bui hanno il loro fascino e ci preparano all'arrivo della primavera. Allo stesso modo, la filastrocca "Giugno, luglio e agosto, si va al mare a far da mostro...", con il suo tono giocoso, evoca immagini di vacanze, spensieratezza e divertimento.
Insomma, le filastrocche dei mesi, con la loro semplicità disarmante, racchiudono un universo di significati e di emozioni. Sono un ponte tra passato e presente, un modo divertente per imparare e un'occasione per riflettere sul tempo e sul suo scorrere. Un patrimonio culturale prezioso che merita di essere riscoperto e tramandato.
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